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The Tolito Show
a cura di Lorenzo Cazzaniga / immagini di Claudio Verga, Padel Magazine
Al FIP Rise di Sandigliano, è ora del The Tolito show. Tutti gli occhi sono puntati su Leonel Daniel Aguirre, fantasista argentino che cattura gli appassionati con giocate straordinarie ma che punta a risultati importanti. Continuando a regalare magie.
Son venuto fin qua, son venuto fin qua, per vedere Tolito giocar. Se fossimo a San Siro, Argentino, classe 1997, Leonel Daniel Aguirre, per tutti semplicemente Tolito (perché in Argentina chiunque ha un nickname) verrebbe inneggiato come i tifosi milanisti erano soliti fare con Ricardo Izecson dos Santos Leite, in arte Kaka. Infatti è ciò che sta accadendo al FIP Rise di Sandigliano, nella bellissima cornice del Relais Santo Stefano dove Tolito in coppia con Nicolas Cordoba vuole bissare il titolo conquistato nell’Anthea Open disputatosi la scorsa settimana. Ma all’applausometro è già il vincitore del torneo perché nella serata di ieri chi si è presentato a match iniziato l’ha osservato in piedi, cercando uno spiraglio nel sold out del club dove ammirare smorzate che escono dalla porta, tocchi di fino, giocate no-look.
“Tolito è celebre perché regala highlights a ogni partita, lo avverte come un dovere, consapevole che tutti sono accorsi per vedere una sua magia.
Ma considerare Tolito come un giocoliere del padel è quantomeno riduttivo…”
Tolito è celebre soprattutto perché regala qualche highlights a ogni partita, lo avverte come un dovere, consapevole che tutti sono accorsi per vedere una sua magia. Lo spiegava, anni fa, un mito come Michael Jordan: «Ogni partita, per quanto stanco possa essere, voglio eseguire una schiacciata perché c’è sempre un nuovo appassionato che è venuto a vedermi per quello».
Da questo punto di vista Tolito è appagante perché anche in un primo turno gestito comodamente (6-2 6-2 contro due discreti giocatori spagnoli, Javier Mesa e Pau Flores), ha regalato un paio di perle, pur nella consapevolezza che il livello tecnico del torneo esige attenzione massima.
Anche perché descrivere Tolito come un giocoliere del padel non è sbagliato ma quantomeno riduttivo: su campi rapidi come quelli del Santo Stefano Padel, è tra i pochi (pochissimi) capaci di difendere come Dio comanda, di gestire con la mano situazioni delicate, di allontanare dalla rete gli avversari, condizione essenziale per diventare aggressivi. E se giocarci contro può trasformarsi in un incubo, essergli a fianco è una manna: «Con lui tutto diventa più facile. Devo solo aspettare che crei le condizioni giuste e fare il mio dovere» spiega Cordoba.
Tradotto, Tolito costruisce da eccellente fantasista, Cordoba finalizza come farebbe Pippo (Inzaghi), con meno genialità ma grande pragmatismo, sfruttando un fisico bestiale.
Quello che invece è sempre mancato a Tolito, che ha perso una ventina di chili ma ancora è ben lontano dal mostrare un fisico da atleta, il suo handicap più evidente. «Però ha capito che il padel sta crescendo tantissimo in tutto il mondo e che lui ha una grande chance – spiega ancora Cordoba – e adesso è molto più concentrato sul padel. Mai visto così: è attento, si allena meglio, è consapevole che può raggiungere risultati importanti».
Tolito ha assaggiato il World Padel Tour da giovanissimo, poi gli ha preferito l’APT Tour, più comodo logisticamente (si gioca spesso in Sudamerica) e meno impegnativo tecnicamente. In quel circuito gioca in coppia con Tito Allemandi, uno che ha un passato da top 10 mondiale, anche se resta la curiosità di quello che potrebbe fare contro i migliori del mondo. Secondo Sanyo Gutierrez avrebbe il livello per giocarsela contro i top players, altri lo giudicano da top 20 mondiale, altri ancora mostrano più scetticismo, definendolo giocatore più da esibizione che da circuito pro.
Nel frattempo si è trasferito in Italia, nell’ottimo Juggle Padel, a Somma Lombardo, due passi da Malpensa. Insegna, si allena, gioca tornei e accumula follower sui social, dove sarebbe già ampiamente nella top 20 mondiale. E alimenta il suo mito, nella ferma volontà di non voler apparire come un giocoliere ma come un giocatore che può ambire ai vertici mondiali. Per fortuna dei guardoni del padel, senza rinunciare alle sue magie.
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