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Il padel? Uno scenario completamente nuovo nel mondo dello sport e della nostra società

28/06/2022

Luciano Rossetto, amministratore delegato della Trecar, title sponsor del FIP Rise del Santo Stefano relais di Sandigliano, ci ha spiegato perché il padel è diventato una parte integrante della sua vita.
E della sua azienda.

intervista di Lorenzo Cazzaniga, Padel Magazine

Ci sono i colpi di fulmine. E poi quegli amori che nascono con maggior consapevolezza, che maturano passo dopo passo, fino a raggiungere il massimo trasporto. È quanto è successo a Luciano Rossetto, amministratore delegato di Trecar, nei confronti del padel: lo ha avvicinato intuendone le potenzialità, ora è diventato un vero adepto. Gioca tre volte la settimana, condivide la passione in famiglia e ha deciso di diventare title sponsor del FIP Rise di Sandilgiano, uno dei tornei internazionali più importanti organizzati in Italia, nella bellissima cornice del Santo Stefano Relais di Sandigliano, a due passi da Biella.

Luciano Rossetto e Giuseppe Tandurella - Trecar
Santo Stefano Padel & Tennis - Trecar Cup 2022
Trecar è title sponsor del FIP Rise del Santo Stefano relais di Sandigliano

Perché un’azienda decide di sponsorizzare un evento come il FIP Rise Sandigliano e uno sport così giovane come il padel pur in piena espansione?
Conosciamo molto bene le attività del Santo Stefano Relais e talvolta ne sfruttiamo la struttura essendo la nostra sede molto vicina. Quando è nata la sezione tennis e padel, abbiamo cominciato  sponsorizzare la parte tennistica perché quella del padel era già stata assegnata. Un accordo pluriennale durante il quale abbiamo organizzato vari tornei locali ma, quando si è presentata l’occasione di sviluppare questo evento di padel, l’interesse è stato immediato perché che lo sport è un veicolo di comunicazione importante e quindi abbiamo chiesto l’opportunità di essere il title sponsor e trovato questo accordo.

Perché scegliere come veicolo di comunicazione proprio lo sport
Perché rappresenta alcuni valori che sono tipici della nostra azienda, come lavorare in team e per obiettivi e farlo in maniera sana. Una delle maggiori soddisfazioni nel dirigere questo gruppo aziendale è che abbiamo un bassissimo turnover: chi lavora con noi ha evidentemente il piacere di rimanere in squadra e lavorare per un obiettivo comune.

Trecar è title sponsor del FIP Rise di Sandigliano

Il padel: cosa ha convinto di questo sport?
Ho provato la forza di questo sport su me stesso. Sono un ex tennista e quando mi sono avvicinato al padel ho giurato che non avrei mai abbandonato il tennis e che il padel sarebbe rimasto un semplice divertimento; ora gioco tre volte la settimana a padel e una ogni quindici giorni a tennis. Il padel è uno sport super divertente, è molto semplice e facile da approcciare, al punto che ho convinto diverse persone a provarlo e in un paio di mesi sono arrivate a un livello che cnsente di divertirsi organizzando un match. E poi sono geniali queste applicazioni che sono nate: col tennis ero abituato a cercarmi i compagni con tante telefonate tra amici e club, ora basta un click. Il tennis è uno sport da circolo, spesso riservato ai soci di quel club, mentre il padel ti consente settimanalmente di conoscere nuove persone. In un periodo storico in cui il contatto umano è difficile perché siamo tutti dietro un pc o dentro un social network dove di reale c’è davvero poco, il padel ci ha restituito la convivialità perché crea un sacco di contatti e amicizie. Uno scenario completamente nuovo nel mondo dello sport ma anche della società attuale.

Ci sono differenze tra tennisti e padelisti?
Le uniche analogie le trovo tra i padelisti che sono ex-tennisti, come il sottoscritto. Però mentre il tennis è uno sport prevalentemente individuale e in grado di tirar fuori il lato oscuro di ognuno di noi, il padel è un gioco di coppia che ti condiziona a essere più responsabile e a condividere l’esperienza, perché si vince e si perde in coppia. E per qualcuno può anche venir comodo avere un altro a cui dare la colpa in caso di sconfitta (ride).

E magari avere un compagno al fianco aiuta ad avere un comportamento più consono.
Vero, devi essere più responsabile verso te stesso ma anche nei confronti del tuo socio. Imparare a sopportare l’errore di un compagno aiuta a essere più comprensivi anche verso se stessi. Nel tennis non può accadere perché sei solo.

Trecar è title sponsor del FIP Rise del Santo Stefano relais di Sandigliano

Uno sport di coppia come il padel è un giusto mix tra l’estremo individualismo del tennis e un gioco di squadra come calcio, basket o pallavolo dove ogni tanto ci si può anche nascondere dietro i compagni?
Assolutamente. Per i giovani credo che lo sport di squadra sia fondamentale, perché vivere e confrontarsi all’interno di uno spogliatoio aiuta a crescere, mentre quando sei più maturo gli sport di squadra diventano troppo impegnativi e traumatici. Io gioco tre volte la settimana a padel e non potrei mai farlo a calcetto o basket, e nemmeno a tennis. È un ambiente dove si sta bene e infatti difficilmente trovi qualcuno di scorretto e scorbutico ed è anche uno dei pochissimi sport dove si può giocare in doppio misto, non proprio un dettaglio. C’è la possibilità di vivere lo sport in maniera intensa e sociale, infatti nessuno scappa dopo il post-partita, se la struttura lo permette.

Questo carattere di inclusività, talvolta trascurato da altre discipline, è un elemento fondamentale.
Nella nostra società è fondamentale e perfettamente in linea con la nostra filosofia aziendale visto che abbiamo una buona partecipazione di quote rosa. Noi ci identifichiamo bene con il padel.

Molte aziende stanno utilizzando il padel anche come forma di team building: ci crede?
Assolutamente. Credo possa rappresentare uno strumento per stimolare integrazione tra colleghi perché facilmente accessibile a tutti, anche a chi non ha mai praticato sport. Ho visto approcciarsi al padel chiunque e mai sentito qualcuno a cui non è piaciuta l’esperienza. Lo sport non dovrebbe escludere nessuno e il padel è la soluzione ideale anche per chi sportivamente non è troppo dotato. Si divertono T-U-T-T-I.

Lei che tipo di giocatore di padel è?
Livello intermedio-alto. Un aspetto bellissimo sono i mie due figli: uno ha 21 anni e sta proseguendo con la sua carriera da calciatore, l’altro ha 18 anni e ha sempre giocato a tennis. Però adesso possiamo condividere il padel, al punto che in vacanza andremo in Spagna, a Malaga, dove parteciperemo anche a una clinic di padel. Io sono stato un padre molto presente, ma con i figli che crescono è difficile trovare attività da condividere: il padel è una di queste.

Cosa l’ha colpita del padel al principio?
Ho percepito subito che il movimento sarebbe diventato importante e non volevo rimanervi escluso. Per otto mesi ho giocato una volta ogni dieci giorni, semplicemente per non rimanere tagliato fuori da una serie di situazioni, però ho continuato a pensare che il mio sport sarebbe rimasto il tennis. Poi, migliorando, ho cominciato a giocare davvero a padel, a capire i movimenti, a trovare un compagno per formare un team: da quel momento il padel è diventata la priorità sportiva.

Quante volte gioca alla settimana?
Quanto le ginocchia mi permettono, circa tre volte.

Qual è l’obiettivo della partnership con un appuntamento internazionale come il FIP Rise del Santo Stefano Relais?
Essere presenti in un momento importante per la provincia. Essere title sponsor è un orgoglio: non facciamo sponsorizzazioni sportive legate a un puro risultato economico perché non vendiamo beni di largo consumo, ma cerchiamo soprattutto un ritorno di immagine significativo. Ed eventi di questo livello in Italia ce ne sono pochi… Noi faremo la nostra parte e contiamo che l’evento abbia successo per poterlo ripetere negli anni successivi.

Santo Stefano Padel & Tennis

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